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"La vita in mezzo" è una silloge sulla memoria, sul tentativo di dare un senso all'esistenza riportando in vita il passato, ma è anche il dubbio amletico del tornare indietro - rivivendo ciò che non può più essere vissuto - o dell'andare avanti rinsaldando il presente in una nuova prospettiva. È questo l'incrocio, è questa la vita in mezzo, tra il prima e il dopo, tra il passato e il futuro che in realtà non esistono se non come ascisse e ordinate emotive della nostra interiorità. "E siamo a un incrocio / tra il prima e il dopo, tra il mio sono /e il mio dovrò-essere". In una versificazione metricamente strutturata ma altamente comunicativa e piena di metafore, di climax ascendenti e discendenti, densa di riferimenti letterari di notevole spessore, il poeta ci conduce nel sentimento struggente di un'"umanità che si nasconde / nel bacio del crepuscolo".